
Con il passare degli anni, sono diversi gli aspetti della fisiologia umana che cambiano. Tra questi, rientra anche il sonno. Su come dormono le persone anziane si dicono tante cose, non tutte corrette. Vediamo, nelle prossime righe, alcuni punti fermi fondamentali da considerare.
Sommario:
I falsi miti sul sonno durante la terza età
Quando si parla di riposo in età senile, è bene smentire un luogo comune molto diffuso. Nel linguaggio comune, si tende spesso a sottolineare che nel momento in cui si invecchia si dorme di meno: la scienza ha recentemente sottolineato che le cose non stanno proprio così.
Più che in quantità, con il passare degli anni il riposo perde in qualità. A dirlo è uno studio i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Gerontology: gli esperti che l’hanno condotto hanno preso in considerazione i dati di 700 persone di età superiore ai 65 anni, monitorandone il sonno attraverso un sensore da polso.
Con i dati di questo strumento, noto come actigrafo, alla mano, gli esperti sono riusciti a scoprire che il problema principale risiede nella riduzione delle fasi del sonno profondo: di base, la durata complessiva del riposo non è risultata compromessa.
Questo studio ha confermato, inoltre, la frequente presenza di microrisvegli che, una volta fuori dalle coperte e intenta a vivere i vari impegni della giornata, la persona non ricorda.
Altre informazioni sul sonno in età senile
Un altro aspetto che caratterizza il sonno in età senile riguarda la riduzione dell’efficienza dell’orologio biologico; questo è il motivo per cui, di frequente, capita che gli anziani vivano momenti di stanchezza durante la giornata.
Da citare è anche l’influenza di condizioni patologiche come lo scompenso cardiaco e la broncopneumopatia, evenienze potenzialmente fatali che possono essere in parte prevenute facendo attenzione a mantenere un peso adeguato e concentrandosi sull’attività fisica, possibilmente con l’aiuto di un professionista in modo da trovare il giusto mix fra esercizi cardio e focus sul potenziamento della massa muscolare, particolarmente importante per le donne.
Il caso delle donne
La situazione delle donne richiede un’attenzione speciale quando si parla di sonno negli anziani.
Bisogna infatti tenere in considerazione gli aspetti sopra menzionati, ma anche l’influenza della perdita di quota degli estrogeni.
Questi ormoni, infatti, influenzano diversi aspetti del benessere, tra cui la sintesi di serotonina, neurotrasmettitore fondamentale per l’efficienza del ritmo sonno-veglia e per la regolazione dell’umore (durante la menopausa, la donna è a maggior rischio di depressione, una condizione patologica che, attraverso il rimuginio mentale, impatta negativamente sulla qualità del sonno).
Esistono diversi rimedi naturali per l’insonnia in menopausa e tra i più comuni è possibile ricordare senza dubbio le tisane; sono utili, su questo non ci sono dubbi, ma è sempre meglio iniziare ad assumerli solo dopo aver consultato il proprio medico curante.
Altro aspetto fondamentale da ricordare: senza una generale attenzione allo stile di vita, non fanno nulla. Con l’arrivo della menopausa, rallenta il metabolismo e la donna deve concentrarsi di più sul contrasto alla cosiddetta sarcopenia, ossia la perdita di massa muscolare a favore della massa grassa, evenienza che ha un effetto deleterio sul sonno in quanto aumenta il rischio di apnee ostruttive durante le ore di riposo notturno.
Altro consiglio importante è quello di non aver paura di chiedere aiuto a un terapeuta: come già accennato, la depressione è una condizione che può presentarsi in menopausa, con rischi gravi per la qualità del sonno e dell’esistenza in generale.
Se ci si rende conto di avere negatività costante per quanto riguarda la visione di se stessi, del mondo e della vita, prenotare una seduta da uno psicoterapeuta è essenziale (ricorda che, se il professionista non ha alle spalle una laurea in medicina, non può prescrivere farmaci).






