lunedì, Novembre 11 2024

Con il termine Alzheimer (o malattia di Alzheimer) s’intende una malattia che affligge il cervello, si tratta infatti di una malattia neurodegenerativa, progressiva ed irreversibile.

Il soggetto colpito dalla malattia di Alzheimer perde gradualmente l’autonomia, non può più portare a termine neanche semplici attività, perde la memoria e non riesce più ad esprimersi. Molto spesso s’ignorano i primi sintomi che non si associano alla malattia, quindi il decorso della malattia procede, solo in una fase più aggravata si tende a riconoscere l’Alzheimer.

Purtroppo attualmente non esistono cure definitive.

Malattia di Alzheimer: sintomi, cause, fattori di rischio

Per poter individuare l’Alzheimer in tempo è necessario conoscere benissimo i sintomi:

  • il soggetto non ricorda eventi appena accaduti (amnesia anterograda);
  • non è capace di svolgere una normale attività quotidiana, come cuocere la pasta (aprassia);
  • non riconosce ciò che già conosce (agnosia);
  • non è in grado di ricordare il nome di un oggetto di cui però conosce la funzione (anomia);
  • disorientamento spazio-temporale, ovvero il soggetto non sa che giorno è, che mese è e non sa dove si trova oppure confonde i luoghi e i giorni;
  • non riesce a risolvere semplici operazioni matematiche (acalculia);
  • mostra difficoltà nella scrittura (agrafia);
  • perdita della capacità di ragionamento e del giudizio;
  • sbalzi di umore;
  • perde frequentemente gli oggetti o li ripone in posti strani;
  • perdita d’interesse per se stessi e in generale.

Inizialmente i sintomi sono molto lievi e difficili da individuare, soprattutto se la persona è anziana.

Reputiamo che con l’avanzare dell’età sia normale dimenticare qualcosa, non ricordare una data o avere difficoltà di concentrazione, ma sono altri i sintomi che devono metterci in guardia: in primis il disorientamento spaziale, ovvero la persona di punto in bianco non sa dove si trova o confonde gli ambienti ma soprattutto non riesce a ricordare cose appena dette o informazioni da breve tempo acquisite. Se ad esempio parliamo con il soggetto e gli chiediamo di tenere a mente un indirizzo, dopo una chiacchierata di un tot di minuti, in presenza del morbo e a seconda dello stadio della malattia il soggetto avrò dimenticato l’indirizzo. Al contrario il soggetto affetto dal morbo conserva ricordi molto lontani nel tempo che molto spesso ricorda che se fossero accaduti il giorno prima.

Quali sono i fattori di rischio che espongono alla malattia di Alzheimer?

Questa è una domanda frequente perché tutti, chi più o chi meno, possiamo essere esposti.

  1. Età, con l’aumentare dell’anzianità aumenta il rischio, dopo i 65 anni si hanno maggiori probabilità di sviluppare il morbo. Oltre all’età prendiamo anche in considerazione i disturbi fisici della senilità quali pressione alta, malattie cardiache, etc…
  2. Ereditarietà, purtroppo il morbo è scritto nei geni e chi ha parenti che ne hanno sofferto è maggiormente predisposto, in questo caso parliamo di Alzheimer precoce e tardivo, nel primo caso compare fra i 30 ed i 65 anni nel secondo fra i 60 ed i 65 anni.
  3. Genere, le donne risultano maggiormente predisposte alla malattia di Alzheimer, ma non se ne conosco le cause.
  4. Stile di vita, secondo alcuni studi vivere una vita stressante, frenetica, in mezzo al caos, ai rumori ed in generale nelle grandi città può aumentare la probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Così chi conduce una vita sedentaria e priva di stimoli ha più probabilità. Pare anche che sia più esposto chi ha subito traumi cranici.

Le cause sono il punto dolente perché al momenti purtroppo si sono fatte solo ipotesi, non si è scoperta una vera e propria causa scatenante.

Come si diagnostica l’Alzheimer?

Ad una certa età o se si hanno dei casi in famiglia, ci si può sottoporre a degli esami che valutano memoria, linguaggio, orientamento, giudizio etc. Un test particolare è il Mini-Mental State Examination, un quiz di domande e prove dove 30 è il punteggio massimo che esclude l’Alzheimer, tuttavia non è affidabilissimo perché ogni persona può avere difficoltà in certi ambiti, etc.

Inoltre vengono svolte la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (MRI), la tomografia a emissione di fotone singolo (SPECT) o la tomografia ad emissione di positroni (PET), esami fisici che escludono altre patologie.

Malattia di Alzheimer: cure e trattamenti

Come sopra detto, non esistono delle cure definitive che rendano reversibile la malattia, si cerca però tramite terapie farmacologiche e non di rallentare il decorso del morbo.

In ambito preventivo si consiglia di tenere sotto controllo problemi come l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, il diabete e il fumo, seguire la dieta mediterranea. Si raccomanda l’assunzione di acido folico se in carenza, vitamina E, C e B a titolo di prevenzione. Si consiglia inoltre di tenersi impegnati con la lettura, i cruciverba, i giochi da tavolo, l’apprendimento di cose nuove e di sottoporsi costantemente a stimoli intellettuali.

Le cure ed i trattamenti usati per rallentare la malattia di Alzheimer sono di tipo farmacologico e non.

In ambito non farmacologico abbiamo terapie quali:

  • riabilitazione, si cerca di migliorare la qualità della vita del paziente, ridurne la disabilità;
  • stimolazione neurosensoriale, attività di orientamento temporale e attività di orientamento spaziale;
  • potenziamento delle capacità mnesiche remote, s’integrano i ricordi passati con quelli presenti, si stimolala memoria a breve termine e si aiuta la verbalizzazione;
  • associamento spontanei di cose, animali e persone con episodi della propria vita;
  • pet therapy e musicoterapia per diminuire stati depressivi, di malumore e di solitudine;
  • attività fisica, orticultura, laboratori manuali che aiutano a gestire ansia, autostima e depressione.

Dal punto di vista farmacologico non esistono farmaci specifici, ma farmaci che cercano di contenere il problema e che vanno adattati alle esigenze del paziente.

Inoltre si consiglia di:

  • togliere gli specchi, il soggetto può non riconoscersi e spaventarsi;
  • stimolare il soggetto all’attività fisica;
  • fargli bere molta acqua e fargli consumare pasti sani;
  • fare attenzione che non beva caffè;
  • non somministrare farmaci non raccomandati;
  • togliere tutti gli oggetti o gli arredi che confondono il soggetto;
  • sottoporre il soggetto a stimoli, chiacchierare, passeggiare, guardare film e fare semplici giochi.

Purtroppo è una patologia dura da combattere ed anche se non la si può sconfiggere la si può rallentare.

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