mercoledì, Aprile 24 2024

Anice verde di Castignano: i Presìdi Slow Food, che cos’è, proprietà e benefici, i vari usi

Già a partire dal 1700, vi sono testimonianze di coltivazione di anice verde su territorio italiano, soprattutto nelle Marche, in particolare nelle zona di Castignano.

Difatti, i terreni argillosi e ben drenati del luogo, oltre che l’ottima esposizione al sole e alle correnti d’aria fresca, hanno permesso a questo ecotipo di anice verde di aumentare la concentrazione di composto aromatico d’aneto al proprio interno. Si parla di una percentuale pari al 94%, che conferisce a questa particolarità di anice maggior profumo e dolcezza.

Tipico di questi luoghi resta infatti il liquore, maggiormente utilizzato per dolci, oppure i semi per le tisane, per i decotti o ancora per la trasformazioni ultima in latte di anice, ottenuto pestandoli e lasciandoli poi in infusione nel latte bollente per circa 5 minuti.

Oggi, la coltivazione di anice verde di Castignano è tutelata e preservata dai Presìdi della nostra penisola, proprio al fine di salvaguardare questa risorsa genetica a rischio di estinzione.

Ma vediamo ora insieme tutte le sue caratteristiche, i Presìdi che lo tutelano e i vari usi possibili.

 

Presìdi Slow Food

Il progetto di tutela e salvaguardia dell’anice verde di Castignano ha preso vita grazie al recupero della semente dagli ultimi coltivatori locali rimasti in zona.

Difatti, oggi, questo particolare seme è registrato come biodiversità locale marchigiana, da tutelare e conservare attraverso i produttori del Presìdio del luogo, visti appunto come agricoltori ‘custodi’.

Secondo la Legge regionale, la figura dell’agricoltore custode non è altro: “un soggetto pubblico o privato che a qualunque titolo provvede alla conservazione delle risorse genetiche a rischio di estinzione iscritte nel Repertorio regionale”. Inoltre, affiancati dalla banca del germoplasma, questi realizzano una vera e propria rete di conservazione, informazione e divulgazione di ciò che viene definito materiale genetico autoctono, in questo caso specifico l’anice verde di Castignano.

I produttori attualmente attivi e presenti in loco sono 15 e tutti riuniti nell’ Associazione Produttori Anice Verde di Castignano.

 

Che cos’è

L’anice verde è una pianta erbacea di origine orientale, che non supera i 50 centimetri di altezza e si caratterizza per i fiori bianchi di piccole dimensioni, raggruppati tutti in una sorta di ombrelle, ben visibili a partire da fine giugno (inizi estate). Una volta fioriti questi vengono raccolti in piena estate, ad agosto.

La coltivazione e l’utilizzo di questa nota pianta, soprattutto per le proprietà terapeutiche oltre che gastronomiche, è stato individuato nel bacino del Mediterraneo già nell’antichità.

Durante il Sacro Romano Impero di Carlo Magno, questa piantagione era persino coltivata negli orti di Aquisgrana. A partire dal 1687, con la conquista di Mistrà da parte dei Veneziani, il tipico liquore all’anice greco (l’ouzo) venne importato in patria, prendendo il nome della città stessa, divenendo poi il simbolo delle Marche.

 

Proprietà e benefici

Vediamo ora le principali proprietà e benefici di questa pianta:

  • Azione espettorante del catarro bronchiale;
  • Azione carminativa;
  • Azione diuretica;
  • Azione lassativa;
  • Azione antispasmodica;

Utilissimo difatti per problemi di flatulenza e coliche, l’anice verde viene spesso utilizzato come aiuto alla digestione e per stimolare l’appetito, effetto dovuto alla sollecitazione della produzione dei succhi gastrici.

Come già anticipato sopra, questo particolare ecotipo di anice contiene ben oltre il canonico 80% di aneto al proprio interno, si parla infatti di un buon 94% di olio essenziale incolore o giallognolo che viene estratto e produce molto più aroma rispetto a quello contenuto nel resto dell’anice esistente al mondo.

Di questa pianta non si butta via nulla:

  • L’olio essenziale di aneto viene estratto attraverso correnti di vapore;
  • Il seme utilizzato per ricette varie (pane, strudel, focacce, salse, formaggi, etc…);
  • Le foglie ed i fiori per creare macedonie aromatizzate particolari;
  • Le radici per dare un tocco agli stufati ed ai minestroni;

 

I vari usi

Gli usi dell’anice verde oggi sono tantissimi. Vediamone i principali:

  • Infuso e decotto: da 5 a 10 pizzichi di frutti per ogni litro d’acqua. Solitamente se ne consumano 1 o 2 tazze al giorno per stimolare la digestione. Ottima la ricetta di: 2 pizzichi d’anice, 2 pizzichi di finocchio, 2 pizzichi di salvia e 2 pizzichi di menta per litro d’acqua. Questa aiuta particolarmente in caso di digestione difficile e/o flatulenza;
  • Polvere: ottenuta tritando i semi, poi miscelata con acqua, miele e zucchero per creare tisane da bere prima dei pasti, per coadiuvare il processo digestivo;
  • Decotto per uso esterno: da utilizzare sul seno in fase di allattamento, per favorire il flusso del latte stesso;
  • Per pediluvi: viene aggiunto un cucchiaio di semi per ogni litro d’acqua utilizzato;
  • Per contrastare la pelle grassa: la sera una tisana d’anice, continuando poi la mattina dopo con una tisana composta da un pizzico di fiori d’arancio, un pizzico di fiori di tiglio ed un pizzico di rosmarino;
  • Semi interi o tritati nei dolci: ottimo l’utilizzo nei dolci, come ciambelloni o ciambelline al vino, grazie al rilascio di oli essenziali durante la cottura, che conferiscono al tutto un aroma particolare e molto gradevole, sia al gusto che all’olfatto;

 

 

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