venerdì, Aprile 19 2024

Dieta chetogenica: cos’è, come funziona, come è nata, alimenti sì e alimenti no, svantaggi maggiori

L’alimentazione mediterranea è sempre stata caratterizzata da una notevole quantità di carboidrati.

Soprattutto per noi italiani, mangiare pane e pasta è praticamente all’ordine del giorno ed è sicuramente uno dei motivi maggiori che portano all’aumento di peso.

Per questo la maggior parte delle diete prevede una drastica riduzione dei carboidrati, ma una in particolare impone il quasi totale annullamento degli stessi, a favore di un regime alimentare completamente diverso.

Si tratta della dieta chetogenica.

Ma vediamo ora insieme: che cos’è la dieta chetogenica, come funziona, come è nata, quali sono gli alimenti consigliati e quelli sconsigliati, e gli svantaggi maggiori di questo regime alimentare innovativo.

 

Che cos’è?

Quando si parla di dieta chetogenica, si parla di un regime alimentare che basa la propria nutrizione su grassi buoni e proteine, al posto dei carboidrati.

Saranno infatti le precedenti a dare energia all’organismo, invece che i carboidrati stessi.

Non ci saranno più questi ultimi ad essere utilizzati per generare energia, ma il corpo utilizzerà il tessuto lipidico per produrla, attraverso un processo che da nome alla dieta chetogenica stessa: la chetosi.

 

Come funziona?

Il funzionamento della dieta chetogenica è in parte espresso già nel suo nome.

Si tratta, infatti, di una dieta che genera chetoni, i quali consentono di consumare e bruciare i grassi presenti nel nostro corpo, utilizzandoli come motore energetico.

In sostanza uno stile di alimentazione low carb e high fat: bassa dose di carboidrati contro alte dosi di consumo di grassi buoni, al fine di utilizzo prettamente energetico.

 

Come è nata

La dieta chetogenica nacque negli Anni Venti del Novecento, quando venne introdotta, per la prima volta, come trattamento dell’epilessia. Il Dr. Russel Wilder ed il Dr. Peterman della Mayo Clinic ne pubblicarono i primi studi scientifici nel 1924.

Negli Anni Settanta, poi, fece la sua uscita ufficiale come trattamento per l’obesità, grazie ai primi studi del Prof. Blackburn dell’Università di Harvard, che diede avvio al protocollo della dieta Protein Sparing Modified Fasting.

Negli Anni Novanta ricordiamo il protocollo Very Low Calorie Ketogenic Diet presso l’Ospedale John Hopkins di Baltimora.

Solo nel 1993, sulla rivista JAMA, si certificò il riconoscimento di questo protocollo dietetico da parte del ministero della salute.

Oggi gli studi ancora in atto su tale regime alimentare sono diversi, soprattutto in relazione a diverse patologie, quali: sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Parkinson, Alzheimer, per diversi  tipi di tumori e per i danni cerebrali postraumatici.

Purtroppo, però, è anche vero che si tratta di pareri del tutto discordati. In quanto molte sono le variabili, forse troppe, che potrebbero trasformare questo regime alimentare da efficace a deleterio per l’organismo stesso.

 

Alimenti sì e alimenti no

Consumare un’alta percentuale di grassi e proteine, contro una bassa di carboidrati, vuol dire alimentarsi solo con determinati cibi, piuttosto che altri.

Ma quali sono, quindi, gli alimenti che si possono e non si possono mangiare durante la dieta cheto genica?

Alimenti Sì

  • Latticini con basso contenuto di carboidrati;
  • Verdure ad alto tasso di proteine: carote, cavolo, avocado, funghi, cetrioli, fagiolini e insalata;
  • Carne e pesce magri;
  • Olio vegetale: olio di oliva, olio di cocco, olio di semi vari, etc…;
  • Frutta secca: noci, mandorle, nocciole e tutte quelle a base oleosa;
  • Proteine vegane: estratte da riso, girasole, piselli e canapa;
  • Tofu e seitan;

Alimenti No

  • Verdure ad alta percentuale di carboidrati: pomodori, mais, peperoni, cipolle, etc…;
  • Cereali;
  • Patate;
  • Bibite dolce;
  • Dolciumi vari e prodotti da forno;
  • Birra;

 

Svantaggi a cui porre attenzione

La dieta chetogenica presenta, però, molto spesso delle controindicazioni; difatti non tutti possono applicare tale protocollo alimentare alla propria dieta.

Vediamo i casi specifici in cui è fortemente sconsigliata:

  • Soggetti con problemi renali:
  • Soggetti con problemi epatici;
  • Soggetti con disturbi del metabolismo lipidico: in quanto la dieta chetogenica prevede un grosso apporto di lipidi;
  • Soggetti diabetici;
  • Gravide e nutrici;
  • Soggetti con disturbi alimentari;

Le conseguenze di questa dieta, soprattutto nei soggetti sopra citati, possono essere diverse, ma ce ne sono alcune più comuni e comprese in quella che viene definita Keto-Flu, o Keto influenza.

Si tratta di una sorta di sindrome momentanea, che colpisce i soggetti più sensibili e che riguarda il mal adattamento del corpo a questo nuovo regime alimentare. Compare dopo circa 2-3 giorni dall’inizio della dieta e comprende:

  • Affaticamento;
  • Mal di testa;
  • Nausea;
  • Vertigini;
  • Irritabilità e sbalzi d’umore;
  • Stipsi;
  • Crampi muscolari;
  • Svenimenti;
  • Palpitazioni;

Insomma, la dieta chetogenica tende a funzionare nell’immediato, questo sicuramente, ma è anche vero che tende a sottoporre l’intero corpo ad uno stress lungo e continuo nel tempo.

Tutto ciò non è particolarmente salutare neppure nei soggetti completamente sani, soprattutto lì dove non viene progettata da un professionista e prevede mal ripartizioni, oltre che eccessive restrizioni alimentari.

Per questo sarebbe molto più utile ed efficace virare su altre tipologie di diete, meno restrittive e soprattutto con meno possibili effetti indesiderati, anche se si decidesse di protrarre questo regime alimentare nel tempo.

 

 

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