venerdì, Dicembre 6 2024

Del ferro noi conosciamo soprattutto l’aspetto problematico, ovvero la carenza. Ma il ferro ha anche dei benefici e cosa succede se ne si assume troppo? In quali cibi si trova? Scopriamo in questo articolo tutto quello che c’è da sapere sul ferro.

Il ferro è un metallo, bianco e malleabile, che a contatto con l’aria arrugginisce. In natura abbonda, ma visto il suo rapporto con l’ossigeno si trova in combinazione con altri elementi. Nell’organismo il ferro si trova per lo più nei globuli rossi e partecipa a diverse funzioni fra cui la catalasi.

Curiosamente, oltre ad essere uno dei metalli più usati nella preistoria, oltre ad esser un importante elemento per il nostro organismo, da sempre gli si attribuisce una componente magica per cui proteggerebbe chi lo indossa, o lo pone in casa, dagli spiriti maligni.

Ferro: proprietà e benefici

Al di là delle credenze popolari, questo metallo ha davvero molti pregi e molte qualità.

Ecco quali sono le proprietà del ferro:

  • favorisce la produzione di emoglobina e di globuli rossi, favorendo quindi il trasporto dell’ossigeno;
  • attiva le funzioni del fegato, della milza, dell’intestino e del midollo osseo;
  • coadiuva le funzioni dei neurotrasmettitori come serotonina e dopamina;
  • aiuta ad affrontare lo stress;
  • rafforza il sistema immunitario;
  • contrasta la depressione;
  • aiuta a far fronte alla stanchezza ed alla irritabilità;
  • rafforza unghie e capelli;
  • coadiuva la sintesi del DNA durante la mitosi;
  • permette la sintesi del collagene;
  • la sua attività è strettamente legata a quella della tiroide.

Ferro: fabbisogno e dove si trova

Anche in questo caso il fabbisogno di ferro varia, ognuno ne ha un bisogno diverso. Una donna che allatta, o che ha il ciclo o che è in gravidanza ha un diverso bisogno di ferro. Con questo non significa che si possa esagerare, come vedremo il ferro in eccesso fa male.

L’assunzione raccomandata di ferro è:

  • 12 mg per le donne fra gli 11 ed i 50 anni;
  • 30 mg per le donne incinta;
  • 15 mg per le donne che allattano;
  • 10 mg per gli uomini;
  • dai 6 ai 12 mesi 11 mg;
  • nei bambini da 1 a 3 anni 7 mg.

Per integrarlo dobbiamo seguire un’alimentazione corretta o in caso di problemi assumere degli integratori.

Ecco quali sono i cibi maggiormente ricchi di ferro:

  • frattaglie (fegato d’oca 30,53 mg);
  • verdura a foglia verde;
  • carne di cavallo;
  • carne di manzo;
  • frutti di mare (ostrica cotta 11,99 mg);
  • legumi (lenticchie 7,54 mg);
  • cacao (cioccolato fondente amaro 17,4 mg);
  • frutta secca (mandorle secche 4,51 mg);
  • patate bollite;
  • fiocchi d’avena;
  • alga spirulina;
  • ortica;
  • succo di prugne.

E’ importante ricordare che il ferro da solo non è facilmente assimilabile, va accompagnato con vitamina C, B6, B9, B12. Attenzione invece a caffè e tè che ostacolano l’assorbimento e ad alti dosaggi di zinco e rame.

Occorre anche far luce su un’importante questione: ferro EME o non EME?

Il ferro EME è una tipologia legata all’emoglobina dove si trova allo stato di ossidazione Fe2+, in questo modo può legare l’ossigeno. Il ferro non EME è quello a proteine di deposito dove si trova allo stato di ossidazione Fe3+.

Il primo è molto più facilmente assimilabile del secondo e si trova nella carne mentre il non-eme è reperibile nelle verdure, in questo caso come in quello dei cereali, fitati, ossalati e fibre compromettono l’assorbimento. Per questo motivo vegani e vegetariani dovrebbero sempre associare tra loro alimenti con ferro e che con vitamine che ne facilitino l’assimilazione.

Ferro: carenza, eccesso e controindicazioni

Come detto all’inizio del ferro conosciamo sicuramente l’aspetto problematico: l’anemia.

Soprattutto le donne necessitano di molto ferro e sono più esposte alle carenze in taluni casi anche patologiche.

Come ci rendiamo conto se siamo in carenza di ferro?

Ecco la sintomatologia:

  • spossatezza;
  • pallore;
  • tachicardia;
  • unghie rovinate;
  • mal di testa.

Purtroppo questa condizione può verificarsi per diverse cause:

  • morbo di Crohn;
  • celiachia;
  • ereditarietà;
  • ciclo abbondante;
  • problemi gastro intestinali;
  • emorragie;
  • dieta errata;
  • l’assunzione di antiacidi, colestiramina, antinfiammatori FANS inibitori della COX 1, penicillammina, tetracicline;
  • eccessiva acidità gastrica;
  • disordini metabolici;
  • assunzione di tannini, fosfati, ossalati.

Lo stato anemico si verifica facendo le analisi del sangue, dal quadro generico si capisce se si tratta di una carenza occasionale o patologica.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, gli integratori di ferro non ne presentano, a patto di non eccedere.

In caso di eccesso, siderosi, si possono verificare:

  • indigestione;
  • mal di stomaco;
  • costipazione;
  • diarrea;
  • vomito;
  • dolori muscolari;
  • brividi;
  • vertigini;
  • svenimenti;
  • scolorimento dei denti;
  • tachicardia;
  • febbre;
  • sudorazione eccessiva;
  • intorpidimento;
  • problemi di respirazione;
  • eruzioni cutanee;
  • irritabilità;
  • aritmie;
  • dolori agli arti.

La siderosi non è circoscrivibile solo ad un abuso di integratori ma anche a questioni genetiche. Attenzione l’eccesso di ferro può comportare malattie gravi a carico di fegato, pancreas e cuore.

C’è da dire che le persone anemiche non dovrebbero assumere un integratore a caso, l’anemia ha diverse cause e tipologie ed in base a questo, con il medico, si deve decidere dosaggio e tipo d’integratore.

Per i bambini è consigliabile un’alimentazione varia, se è il caso o no di somministrare un integratore lo deciderà il pediatra.

Nel caso in cui si sia predisposti a carenze di ferro o si registri sintomatologia di eccesso o anemia occorre parlarne con il medico.

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