venerdì, Aprile 26 2024

Proteina C-reattiva: di cosa si tratta? Quali sono i suoi valori? Cosa significa averla alta o bassa? Cosa si può fare in merito? Andiamo ad approfondire l’argomento cercando di rispondere a tutte le domande.

La proteina C-reattiva (abbreviata con PCR) è una proteina prodotta dal sistema immunitario, sintetizzata dal fegato e dalle cellule adipose, inizialmente è in forma inattiva, ma quando entra in circolo ed incontra la trombina reagisce reagisce segnalando che c’è un problema nell’organismo. Quando i livelli registrati s’innalzano dunque, vuol dire che è in corso un’infiammazione e le cause vanno riscontrate tramite analisi.

Fu la polmonite la causa della scoperta di questa proteina (1930), si registrò infatti che lo Streptococcus pneumoniae faceva innalzare i livelli della proteina C-reattiva indicando così che era in corso una flogosi.

Proteina C-reattiva alta e bassa: domande e risposte

  • Quando è necessario monitorarla? Quando il medico sospetta che vi sia in corso un’infiammazione, una malattia sistemica oppure si possa esser soggetti a cardiopatie. Inoltre grazie al riscontro della PCR alta si possono risalire a malattie autoimmuni (lupus, artrite etc), tumori, morbo di Crohn, flogosi dell’apparato respiratorio e via dicendo.
  • E se i livelli son bassi? Allora non è in corso nessuna flogosi, ma è possibile che vi siano dei disturbi della coagulazione o una tendenza alla formazione di trombi venosi.
  • Qual è il valore normale della proteina C-reattiva? 5-6 mg/L.

Iniziamo ad approfondire i livelli alti di proteina C.

Ricordiamo a chi legge che questo articolo non ha carattere medico ma esclusivamente informativo. Per ogni dubbio, sintomo o informazione specifica ci si deve rivolgere al medico di base.

Proteina C-reattiva alta: cause, sintomi, valori, alimentazione e consigli

Come abbiamo detto, se il medico sospetta un’infiammazione in corso, o se si è cardiopatici, o se si è da poco affrontato un intervento, può richiedere le analisi del sangue per verificare i livelli di PCR.

Ecco le cause che scatenano l’innalzamento della proteina C:

  • Infezioni virali, fungine o batteriche (infezioni batteriche dentarie e del cavo orale, tonsillite, polmonite, broncopolmonite, erisipela, infezioni batteriche cutanee e sottocutanee, bronchite, faringite, fascite, cellulite, infezioni batteriche urinarie, cistite, uretrite, prostatite, infezioni batteriche addominali e gastrointestinali, colecistite, colangite, pancreatite, infezioni dei genitali, otite, scarlatina e morbillo);
  • Malattie autoimmuni di tipo infiammatorio (artrite reumatoide, lupus, Morbo di Crohn);
  • Tumori;
  • Peritonite;
  • Neoplasie;
  • Cardiopatie;
  • Vasculite;
  • Diabete tipo II;
  • Infarto del miocardio;
  • Gotta;
  • Ustioni;
  • Malattia infiammatoria pelvica;
  • Traumi o operazioni chirurgiche;
  • Obesità;
  • Sclerosi multipla;
  • Appendicite;
  • Setticemia.

Il valore della proteina C-reattiva alta si aggira fra i 500 – 1000 mg/L.

C’è da dire che il valore può aumentare anche a causa di un infiammazione lieve, in gravidanza o con l’avanzare dell’età, non sono questi casi allarmanti e patologici, in ogni caso se il valore è allarmante occorre sottoporsi agli esami necessari.

Vediamo ora la sintomatologia che accompagna la proteina C-reattiva alta:

  • febbre;
  • dolori articolari;
  • sudorazione;
  • brividi di freddo;
  • arrossamento o gonfiore della pelle nelle infezioni dei tessuti molli;
  • bruciore durante la minzione;
  • difficoltà respiratorie;
  • nausea;
  • dolori addominali;
  • bruciore del cavo orale;
  • dolori articolari;
  • dissenteria;
  • spossatezza;
  • dolore pelvico;
  • inappetenza.

Attenzione: i sintomi variano in base alla causa (vedi elenco sopra).

In conseguenza di tutto ciò occorre rivolgersi al medico e fare gli esami. C’è da dire che l’esame per la PCR può esser sfalzato da pillola anticoncezionale, antinfiammatori non steroidei (FANS) tra cui l’ibuprofene e il paracetamolo, quindi se state assumendo uno di questi farmaci informatene il medico.

Che cosa si può fare in concreto per ridurre le possibilità di flogosi nel nostro organismo? In primis seguire una sana alimentazione. Il cibo è sottovalutato: non si tratta solo di combustibile, ma è anche un mezzo per curarsi, ma soprattutto per prevenire.

In questo caso un ottimo metodo per ridurre il rischio d’infiammazione è seguire la dieta mediterranea, ovvero: cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Questa tipologia di alimentazione non solo previene le flogosi, ma aiuta l’organismo a prevenire i danni dell’invecchiamento.

Seguendo questa dieta si abbina la pasta ai legumi, la carne (magra) si può consumare una volta a settimana), ovviamente non devono mancare le porzioni di verdura cruda o cotta e gli spuntini a base di frutta (bene anche lo yogurt magro). Vino rosso ok, ma non più di 2 bicchieri a pranzo, tutti gli altri alcolici sono bocciati. Consumare poco glutine e meno latticini possibile. Bene l’olio evo (max 2 cucchiaini al giorno). Le uova vanno consumate due volte a settimana al massimo e le fritture sono da considerarsi un evento raro.

Ovviamente si raccomanda anche di:

  1. non fumare;
  2. fare attività fisica per tenersi in linea ed ossigenare i tessuti;
  3. evitare di stressarsi e preoccuparsi troppo;
  4. usare il preservativo nei rapporti intimi;
  5. fare controlli di salute periodici (specie se si è soggetti a malattie ereditarie);
  6. controllare gli zuccheri (quelli che entrano e quelli che stazionano nel sangue);
  7. dosare il sale (o eliminarlo).

Proteina C-reattiva bassa: cause, sintomi, valori, alimentazione e consigli

La proteina c reattiva però può avere anche un valore molto più basso della soglia, anche in questo caso la situazione va monitorata.

I livelli molto bassi di proteina C-reattiva nel sangue sono causati da:

  • Disturbi genetici (deficit ereditario di proteina C);
  • Deficit o malattie del fegato (epatiti e cirrosi);
  • Insufficienza renale;
  • Carenza di vitamina K;
  • Assunzione di anticoagulanti.

Nel caso in cui il valore della PCR sia basso significa che non ci sono flogosi in atto, ma è possibile che vi siano disturbi della coagulazione o una tendenza alla formazione di trombi venosi, come sopra detto.

Ecco la sintomatologia derivante da PCR bassa:

  • edema degli arti inferiori;
  • senso di pesantezza;
  • arrossamento degli arti inferiori;
  • macchie sulla cute;
  • dolori al torace;
  • ulcere;
  • ictus.

Anche in questo caso è il medico che decide come si deve intervenire.

E’ consigliabile evitare di fumare, fare dell’attività fisica, tenere sotto controllo il peso ed integrare la vitamina K ed anche la vitamina C se si hanno carenze.

I farmaci contro la trombofilia, se diagnosticata, devono essere prescritti dal medico ed assunti sotto il suo controllo.

Seguite già la dieta mediterranea? Quali risultati benefici per la salute avete riscontrato?

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