sabato, Aprile 27 2024

La palpebra cadente, nota anche come ptosi palpebrale, è una condizione in cui la palpebra superiore si abbassa più del normale, portando a una serie di disagi, sia funzionali che estetici.

Può verificarsi a tutte le età, ed è causata, principalmente, dalla debolezza muscolare, determinata da un difetto del muscolo elevatore, provocato da lesioni o danni neurologici.

La ptosi palpebrale può verificarsi in un solo occhio o in entrambi gli occhi e, quando la vista viene compromessa, è necessario intervenire con la chirurgia per risolvere il problema.

Cause della palpebra cadente

Ci sono diverse cause che possono provocare la caduta della palpebra. Come anticipato, il muscolo elevatore si indebolisce impedendo la completa apertura dell’occhio.

Oltre ai danni e alle lesioni a cui può essere sottoposto il muscolo interessato, la palpebra cadente può dipendere anche da:

  • Naturale processo d’invecchiamento;
  • Lesioni agli occhi o ai nervi;
  • Difetti congeniti;
  • Malattie neuromuscolari;
  • Infortunio o malattia (diabete, tumore oculare, miastenia grave, ictus, ecc.)

Riuscire a identificare la causa specifica della ptosi palpebrale è fondamentale per scegliere il miglior trattamento per risolvere il problema.

Sintomi della ptosi palpebrale

I sintomi della ptosi palpebrale possono essere lievi, e portare a leggeri fastidi, oppure gravi, al punto da interferire con la vista.

Nello specifico:

  • Caduta di una o entrambe le palpebre con copertura parziale o totale dell’occhio;
  • Sensazione di peso o stanchezza agli occhi;
  • Riduzione del campo visivo;
  • Eccessiva lacrimazione;
  • Bisogno di sollevare la palpebra col dito per vedere;
  • Mal di testa per lo sforzo visivo;
  • Palpebre arrossate.

Come diagnosticare la ptosi palpebrale

La diagnosi della ptosi palpebrale viene solitamente effettuata da un oftalmologo o un oculista. Durante l’esame, il medico valuta la posizione delle palpebre, la forza dei muscoli oculari e la funzionalità degli occhi.

In alcuni casi, possono essere richiesti anche test aggiuntivi, come esami del campo visivo o misurazione della pressione oculare.

Come trattare la palpebra cadente

Per i casi lievi di ptosi palpebrale, possono essere presi in considerazione trattamenti non chirurgici, come l’uso di occhiali con lenti correttive; l’utilizzo di strisce adesive per sollevare la palpebra o l’iniezione di tossina botulinica, per sollevare temporaneamente la palpebra.

Si tratta, però, di trattamenti che forniscono una soluzione momentanea, per risolvere del tutto è necessario intervenire con la chirurgia.

Esistono diverse tecniche chirurgiche, tra cui la blefaroplastica, la riparazione del muscolo elevatore o il trapianto di tessuto.

L’opzione chirurgica più adatta dipende dalla causa che ha provocato la ptosi palpebrale, dalla gravità della condizione e dallo stato di salute del paziente.

Dopo l’intervento, sono necessari alcuni giorni per recuperare completamente. È importante seguire le indicazioni del medico per facilitare la guarigione.

Potrebbe essere necessario applicare del ghiaccio per ridurre il gonfiore, utilizzare delle pomate antibiotiche per prevenire infezioni ed evitare l’esposizione al sole per un po’ di tempo.

Prevenire la palpebra cadente

Non è possibile prevenire la ptosi palpebrale ma, osservando già i primi sintomi, si può diagnosticare la malattia nella fase iniziale e agire in modo che non provochi fastidi alla vista o diventi un problema estetico molto evidente.

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